«Le donne hanno bisogno sempre di uno sforzo in più rispetto agli uomini per emergere. Anche nello sport, dove l'attenzione dei media e delle Federazioni è concentrata soprattutto sulle squadre maschili, le cui prestazioni sembrano attirare sempre di più rispetto alle formazioni femminili».
Più veloce dei pregiudizi e di quei limiti culturali che, spesso, obbligano le donne a rimanere nelle retrovie. Anna Bongiorni, tesserata Cus Pisa e velocista del gruppo sportivo dei Carabinieri, non si è mai fermata davanti agli stereotipi di genere che spesso per le donne si trasformano in ostacoli. «Nell'atletica si è raggiunto un buon equilibrio tra donne e uomini, in particare nei gruppi militari dove la parità di genere è realmente praticata - sottolinea Bongiorni, laureata in medicina, atleta plurimedagliata della nazionale italiana -. Anche nel mondo dello sport a parità di risultati, le donne vengono però considerate meno degli uomini, sia dalle Federazioni che a livello mediatico. Un esempio? Al mondiale di Doha abbiamo stabilito il record italiano nella staffetta 4x100 e lo stesso risultato è stato raggiunto dalla squadra maschile. Alla vigilia dei due appuntamenti, ai ragazzi della nazionale è stata posta grande attenzione. Un'enorme considerazione rispetto alla squadra femminile. Ci siamo sentite un po' trascurate dalla Federazione e dai media, ma abbiamo sfruttato questa “dimenticanza” per caricarci ancora di più. Per le donne, in generale, occorre sempre uno sforzo in più rispetto agli uomini». Un fattore “culturale” che quasi sempre obbliga le donne a rimanere anche fuori dai vertici di Federazioni ed organizzazioni sportive. «Le donne forse si propongono meno rispetto agli uomini – conclude Bongiorni -, ma quelle più “coraggiose” sono chiamate comunque a fare il doppio del lavoro per raggiungere determinate posizioni. Non si tratta di competenze o professionalità, ma di un sistema abbastanza standardizzato».
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«Passione e sacrifici non bastano. La donna, anche nello sport, spesso non è ripagata degli sforzi che fa». È stato il pilastro della formazione femminile della pallavolo del Cus Pisa negli anni Settanta e ancora oggi è un punto di riferimento delle società pallavolistiche di Pisa e Reggio Emilia. Adua Prampolini, 84 anni, atleta, allenatrice e dirigente sportiva, ha fatto dello sport e della pallavolo in particolare la sua ragione di vita, lottando anche contro pregiudizi e limiti culturali che non hanno ancora permesso di concretizzare quella parità di genere da tanti auspicata, ma da pochi praticata. «Ho sempre fatto sport, trascurando anche gli affetti familiari e la mia vita - racconta -. Ho sempre dato tutto e rinunciato a tanto per fare sport e fino a quando il corpo lo permetterà continuerò a praticarlo. Ho ottenuto tante soddisfazioni, ma solo a livello morale. Nonostante la passione e l'impegno, la donna spesso non è ripagata degli sforzi fatti. Non bisogna però demoralizzarsi - conclude Prampolini -. Al contrario occorre essere ancora più determinate per alimentare le proprie passioni e raggiungere i traguardi auspicati».
«La Just the woman I am è un'iniziativa utile che serve a promuovere giusti temi, ma dispiace che nel 2021 occorre ancora organizzare certi eventi per sensibilizzare su argomenti che dovrebbero già essere insiti della nostra cultura». Educazione, rispetto, meritocrazia. Tre gli elementi che per Martina Chirico, campionessa di hockey su prato, allenatrice del Cus Pisa e istruttrice di fitness, sono necessari per materializzare quell'equilibrio tra generi che se ha trovato concretezza negli sport minori e nelle piccole organizzazioni sportive, sfuma nelle discipline più popolari. «In alcuni settori, come ad esempio il fitness, assistiamo ancora a marcate differenze - evidenzia Chirico, laureata in scienze motorie e laureanda in scienze e tecniche dello sport -. Diversità che, al contrario, non ho mai riscontrato nell'hockey su prato dove la presenza femminile e il peso delle squadre femminili sono molto forti. Una prevalenza probabilmente da ricondurre ad altri fattori: parliamo infatti di uno sport minore e meno vissuto rispetto ad altre discipline». Stereotipi che resistono, forti di un retaggio culturale che, anche nello sport, ha visto da sempre prevalere determinate attività a trazione maschile, oscurando spesso gli sforzi, i successi e i traguardi raggiunti da società e squadre femminili. «Il vero cambiamento è quello culturale, anche nel mondo dello sport - conclude Chirico -. Qualcosa, negli ultimi anni, si è smosso nelle singole federazioni e in alcune realtà come il Cus Pisa dove in alcuni settori, ad esempio il Cus Junior, le figure femminili sono quelle di riferimento».
«La Just the woman I am, oltre ad essere un'ottima iniziativa per sostenere la ricerca, deve essere anche uno strumento e un momento di riflessione per raggiungere la vera parità di genere, anche nello sport». Una corsa, ma non solo. Per Ida Nicolini, punto di riferimento della sezione atletica del Cus Pisa, docente del corso di laurea in scienze motorie all'Università di Pisa e vicepresidente della Federazione italiana di atletica leggera, l'iniziativa organizzata dal Cus Torino deve essere il seme per far germogliare la cultura della vera parità di genere. «È arrivato il momento di dare una svolta anche al mondo dello sport, in cui la parità di genere è ancora un obiettivo da concretizzare - sottolinea -. Le apparizioni femminili sono legate ad exploit particolari e la presenza mediatica non è uguale a quella riservata agli uomini. Allo stesso modo non è ancora stata raggiunta la parità all'interno delle organizzazioni sportive. Non si tratta di una mancanza di presenze o di professionalità - specifica Nicolini -, ma è un fattore culturale. Non c'è inoltre la disponibilità da parte di varie organizzazioni a favorire l'ascesa delle donne verso determinati ruoli. È un mondo, quello dello sport, dove non c'è bisogno di quote rosa, ma di una maggiore attenzione e sensibilità. La Just the woman I am, oltre ad essere un'ottima iniziativa per sostenere la ricerca, deve quindi essere anche un momento di riflessione per intraprendere la strada per raggiungere la vera parità di genere, anche nello sport».
Colpi al sacco, addominali ed esercizi di fitness. Una combinazione di allenamenti e tecniche, accompagnata da musica e divertimento, aperto e adeguato alle esigenze di atleti ed aspiranti atleti di qualsiasi età. È il corso di fit-boxe proposto dal Cus Pisa, il programma di allenamenti fitness e muscolari sviluppato sullo stile e seguendo parte dei movimenti kickboxing che prevede una serie di esercizi fisici con e senza il sacco. Ogni seduta è accompagnata da un sottofondo musicale, utile a scandire il ritmo dei colpi. La fit-boxe è particolarmente indicata per alleviare lo stress, migliorare i movimenti del corpo, sviluppare e scolpire i muscoli. «Si tratta di un corso aerobico e muscolare che si adegua a qualsiasi fascia di età - sottolinea Giuseppe Zaccagnini, istruttore del corso di fit-boxe del Cus Pisa -. Un'attività che fa bene, sempre e a chiunque».
Il Cus Pisa aderisce alla virtual edition della Just the woman I am, l'evento che da otto anni promuove la parità di genere, lo sport, la cultura del benessere, dell’inclusione, della prevenzione e sostiene la ricerca universitaria organizzato dal Centro universitario sportivo di Torino in collaborazione con l’Università degli studi di Torino e il Politecnico di Torino. In vista della Festa della Donna, il Cus Pisa invita tutti a svolgere il 7 marzo una corsa o una camminata non competitiva di 5 chilometri indossando una maglia, un pantaloncino o una pettorina di color rosa per sensibilizzare e promuovere la parità di genere, lo sport, l’inclusione e per sostenere la ricerca universitaria. L'iniziativa, che ha raccolto adesioni da tutta Italia e da numerosi Paesi esteri, è finalizzata a raccogliere fondi per l'istituzione di borse di studio e per la ricerca contro il cancro. Ogni partecipante è chiamato a percorrere di corsa o camminando 5 chilometri nel luogo che più preferisce, in uno spazio temporale che va dalle 7 alle 20, rispettando tutte le norme per il contenimento della pandemia da Covid-19, prevenendo in particolare eventuali assembramenti, mantenendo il distanziamento fisico ed evitando di partecipare in gruppi all'iniziativa. Al termine della corsa o della camminata, i partecipanti avranno la possibilità di condividere la propria partecipazione all'iniziativa postando sui propri canali social una foto con il proprio obiettivo raggiunto. Ci sarà tempo fino alle ore 12 del 14 marzo per condividere la propria Just the woman I am con gli hashtag #torinodonna2021 #justthewomanIam2021 #sceglidinonmancare e per contribuire a ricreare virtualmente la piazza che per anni ha caratterizzato l'evento. Per partecipare è necessario iscriversi sul sito www.torinodonna.it. Ogni partecipante riceverà la maglia ufficiale e vari gadgets dell'evento e la possibilità di accedere al programma “Training per Just the woman I am” volto a promuovere l’attività fisica e i corretti stili di vita. «Il Cus Pisa, da sempre sensibile ai temi promossi dall'iniziativa, aderisce convintamente a questa manifestazione - commenta Stefano Pagliara, presidente del Centro universitario sportivo pisano - con l'obiettivo di portare avanti i progetti per la promozione della parità di genere anche nello sport e il sostegno alla ricerca».
Il presidente del Cus Pisa Stefano Pagliara è stato confermato consigliere della Federazione Italiana Hockey (Fih). Pagliara è stato eletto membro del consiglio direttivo in quota affiliati durante la 29esima assemblea elettiva Fih, svoltasi lo scorso 21 febbraio al PalaFijlkam di Ostia, che ha eletto con il 55,83% dei voti Sergio Mignardi presidente della Federazione per il quadriennio Olimpico 2021-24. Pagliara affiancherà nel consiglio federale Marco Bonacini, Loredana Camporese, Carlo Corsi, Denis Faccioli, Martina Marchiori e Giuseppe Palmieri (in quota affiliati); Marco Grossi (tecnici); Antonio Spignolo e Roberta Lilliu (atleti).
Da padre di un piccolo atleta a dirigente e allenatore. Claudio Lazzeri, dirigente del Cus Pisa Hockey, ha conosciuto quasi per caso i colori giallo-blu e uno sport, l'hockey, diventato presto una passione alimentata dallo spirito di amicizia che unisce genitori, atleti e dirigenti dentro e fuori dal campo. «Grazie ad una giocatrice che faceva da babysitter ai miei bambini mi sono avvicinato a questo sport - racconta Lazzeri -, prima come semplice genitore che accompagnava i figli al Cus e poi, dopo aver ottenuto il brevetto, anche come allenatore. L'hockey mi ha dato l'opportunità di frequentare il Cus e i campi di tutta Italia oltre a conoscere quello che grazie ai valori dell'amicizia e di condivisione che trasmette non è un semplice sport». Un “amore” scoccato per caso e nutrito dai successi della sezione cussina e dallo spirito di unione che contraddistingue le attività del Cus Pisa Hockey. «L'idea di far crescere i bambini in un ambiente sano come quello del Cus Pisa e a contatto con giocatori di grande valore - conclude Lazzeri - sono motivi di grande soddisfazione»
Il Centro universitario sportivo pisano cerca collaboratori di segreteria retribuiti per assistere il pubblico e i fruitori dei servizi. L'avviso è rivolto agli studenti iscritti all'Università di Pisa. Gli interessati dovranno inoltrare la richiesta, con allegato eventuale curriculum, entro venerdì 12 febbraio all'indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..