L'orgoglio di rialzarsi

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di un atleta della sezione calcio.

 

L'orgoglio di rialzarsi

"... Se ti scrivo solo adesso

è che sono io così

è che arrivo spesso tardi

quando sono già i ricordi

che hanno preso casa qui..."

Tempo è passato, molto tempo, sospinto via dall'incessante corrente del grande fiume che è la vita. I ricordi hanno inizialmente fatto male, poi poco a poco sono sbiaditi. Come canterebbe Vecchioni, le luci si sono spente per non riaccendersi mai più. Restava soltanto una piccola eco in sottofondo, qualcosa di non udibile per alcuni, assordante per molti: il soave suono secco di un pallone che, quasi insignificantemente, rimbalza sul solido pavimento in parquet. Il tempo passa, ripeto, ma non i sogni di chi lo ha vissuto: quel pallone, rimbalzo eterno, emozione incalcolabile e quanto più profonda possibile, ha continuato a rotolare per anni, tanti, nei quali, passando di fronte a quella struttura tendata, sospesi tra una lacrima di nostalgia e un'imprecazione di dispiacere, ci siamo posti una domanda sola: non perché, ma quando. Quando saremmo tornati a vedere il pallone rotolare, non più sospinto dall'inerzia del vuoto, bensì calciato da ragazzi pieni di passione. Quando quelle tribune sarebbero risultate nuovamente gremite da un pubblico caloroso e divertito. Quando il bambino che è in noi, quello stesso fanciullo che giorno e notte volge i propri pensieri all'ormai celebre pallone da calcio, quel pallone che gonfia le reti, unisce i popoli e consente ai ragazzi di diventare uomini, sarebbe tornato, come un tempo, a sognare. Questa partita universitaria, una sconfitta ancora più amara poiché di misura, nel complessivo tra andata e ritorno (6 a 3 per i padroni di casa a Caserta e 5 a 3 per noi in casa) può apparire, per molti aspetti, un triste e doloroso insuccesso. E, infatti, guardando il volto dei giocatori in campo, così come quello di ogni tifoso sugli spalti, non può che risultare tale: tristi, malinconici, consapevoli di aver appena sfiorato un traguardo che molti di loro, probabilmente, erano consapevoli fosse alla portata. Ma è inutile recriminare sul passato; quello, lo dice il nome stesso, scorre via. Inutile utilizzare queste poche righe per discorrere di azioni, occasioni sciupate, errori arbitrali, meriti avversari e demeriti nostri e tutto ciò che di tecnico può caratterizzare una partita. L'unica cosa che voglio scrivere è grazie: grazie Nannicini e Pardini, grazie fratelli Camero, grazie a Garcea, grazie a Tavoletti, Gugliotta, Leggio, Risoli, grazie a Carrai e Vicari, grazie a tutti i ragazzi che hanno partecipato agli allenamenti e alle partite passate, grazie al buon Barbieri e al suo aiuto sanitario, grazie ad ogni dirigente che ha permesso di sfiorare questo sogno e, in particolare, grazie a Monterosso e Piludu per aver coltivato il progetto, averlo portato avanti con passione e averci creduto, con ogni fibra del proprio corpo, dal primo fino all'ultimo secondo. In fondo i risultati passano, le emozioni no: dopo la notte, per il calcio a 5, finalmente sta sorgendo una nuova, splendida alba... E, con essa, nuovi sogni da bambini.

Rosa completa: Camero G., Camero F., Capozza, Carrai, D'Agostino, Garcea, Leggio, Nannicini, Pardini, Tavoletti, Risoli, Beccia, Caciagli, Vicari.

 

Lorenzo Bruni